Quattordicesima tappa 2024:
Ex Abbazia basiliana e Chiesa Madre di S. Nicola
Cisternino, Brindisi
Parola Declinata: Comunità
“Giubileo 2025 – In cammino – Abbazie d’Europa” ha fatto tappa il 1° ottobre a Cisternino, in provincia di Brindisi, nell’Ex Abbazia basiliana e ora Chiesa Madre di San Nicola di Pàtara.
La parola scelta per questo quattordicesimo appuntamento era: “Comunità”.
Cisternino è uno dei borghi più belli d’Italia e, dal belvedere dei giardini dinanzi alla Chiesa Madre, si apre il panorama sui vigneti, gli oliveti, le masserie e i caratteristici trulli della Valle d’Itria, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Edificata in epoca normanna e rimaneggiata nei secoli successivi, la Chiesa di San Nicola di Pàtara sorge nello stesso luogo in cui, in epoca medievale, i monaci basiliani avevano eretto un’Abbazia, punto di confluenza e di scambio culturale tra Oriente e Occidente. Sotto l’edificio, si possono visitare i resti archeologici dell’antica Chiesa con l’abside centrale semicircolare e un’unica navata.
Cisternino è anche nota per i “fornelli”, osterie in cui si cucina a ogni ora specialità tipiche di carne, mantenendo viva una tradizione di ospitalità che risale da lontano e che affonda le proprie radici nella storia di questa comunità.
La tappa in Puglia è iniziata il giorno del nostro arrivo, lunedì 30 settembre, con la visita nel primo pomeriggio alla “Cooperativa Progresso Agricolo” nelle campagne di Fasano, accolti dal Presidente Nicola Pentassuglia e dagli altri dirigenti. La cooperativa, nata nel 1977 per volontà di una trentina di agricoltori, conta oggi oltre cento soci e copre un territorio di più di mille ettari, il che la rende una delle maggiori realtà produttive della zona. Nello stabilimento di duecento metri quadrati si trovano un oleificio, il magazzino ortofrutticolo e due linee di lavorazione per gli ortaggi, che vengono esportati in Italia e in tutto il Nord Europa, soprattutto Germania, Belgio e Olanda. Circa il 30% della produzione è di carattere biologico, ma è una percentuale questa in progressivo aumento.
Tra le “specialità” tipiche prodotte ed esportate ci sono il cocomero barattiere – si tratta in realtà di un cetriolo sferico – e il pomodoro della regina, col caratteristico peduncolo a corona: un pomodoro da “serbo” che mantiene intatto nel tempo il proprio sapore. Viene infatti raccolto a luglio e si può consumare fino ad aprile dell’anno successivo, conservandolo a grappoli: le cosiddette “ramasole”.
La visita è terminata in uno degli oliveti della cooperativa, un luogo suggestivo con numerosi alberi centenari: “Si avverte qui un’atmosfera davvero magica – ha sottolineato la Presidente Livia Pomodoro – grazie a questi ulivi che aprono i propri rami, come tante braccia, al vento di questa giornata assolata”.
Il team di “In cammino” ha poi raggiunto la Sala di Rappresentanza del Comune di Fasano, dove è avvenuto l’incontro con il Sindaco Francesco Zaccaria, il quale – dopo i saluti di benvenuto – ha posto l’accento sulla vocazione bio di Fasano, a cominciare proprio dalle scelte operate in campo agricolo.
“Ad esempio, abbiamo un altro elemento che svolge da anni un ruolo chiave per l’ambiente – ha aggiunto il Sindaco, – si tratta del nostro impianto di depurazione che riesce a fornire acqua utile per l’agricoltura del territorio. Serviamo oggi cinquanta imprese agricole, e questo lo dobbiamo grazie alla ricerca e alla messa in opera di questo sistema. Adesso stiamo sperimentando addirittura la potabilizzazione dell’acqua. È sicuramente l’impianto migliore in funzione oggi in Italia, si trova qui a Fasano ed è utile da visitare, tant’è che è meta di studiosi e di scolaresche che giungono qui da tutta la penisola. Il nostro intento è di riuscire a raddoppiare i chilometri di acquedotto rurale, così da servire più aziende agricole”.
“Anche nel vostro territorio – ha replicato la Presidente Pomodoro – si sta portando avanti una visione eco-sostenibile che abbiamo incontrato praticamente in tutte le comunità, ecclesiali e non, visitate fino a questo momento in Europa. Ed è la cultura del biologico. L’abbiamo potuto sperimentare in modo diretto in Olanda, dove a Koningshoeven si produce la famosa birra La Trappe con un sistema ecologico di filtraggio a base di felci e piante. E poi abbiamo conosciuto la ristrutturazione urbana effettuata a misura umana di Tilburg, nella cui biblioteca si riuniscono tantissimi giovani. Sono piccoli semi che possono rivelarsi estremamente produttivi. Non dobbiamo far morire questa diversità e, per fare ciò, deve cessare il crepitio delle armi, che è troppo forte, troppo intenso, troppo vicino”.
La giornata del 30 si è conclusa con la visita al Museo del Clima, il cui Presidente è il meteorologo Giuseppe Bari. Il Museo è ospitato nei locali dell’ex scuola rurale di Caranna, una frazione di Cisternino posta a 375 metri sul livello del mare.
Qui ci ha fatto da guida Pietro Loconte, dello staff dell’associazione “Meteovalleditria” che gestisce questa piccola ma importante realtà culturale e scientifica, presente a Caranna da diciotto anni.
“Anche se a breve ci trasferiremo in paese, a Cisternino – ha precisato Loconte. – Per sapere del clima abbiamo bisogno, e li vedete disposti intorno a voi, di strumenti scientifici e di attrezzature per la meteorologia. Le previsioni di “che tempo farà” si possono fare per uno, due giorni al massimo, non di più, poi si parla di ‘tendenze’. Per conoscere il clima di una determinata zona non servono uno o due mesi, bensì decenni di osservazioni. Le medie della Valle d’Itria che conserviamo risalgono a trent’anni fa. Le andiamo a comparare e in questo modo rileviamo il cambiamento climatico. Che purtroppo c’è ed è antropico, ossia causato dall’uomo… Vediamo come funzionano alcuni strumenti di tipo manuale, mentre oggi si adopera anche in meteorologia il computer. Questo è un termoigrografo per la temperatura e l’umidità, ma in che modo misura l’umidità nell’aria? Funziona in tutto e per tutto come un orologio, dandogli la carica, ed è grazie all’inserimento di una ciocca di capelli femminili che, quando l’aria è più umida, si arricciano oppure, quando l’aria è più secca, restano lisci, che l’apparecchio misura il grado di umidità presente nell’aria!”.
In un’apposita stanza, il Museo conserva il diagramma della pioggia caduta negli anni nella zona di Cisternino: non è cambiata molto nel tempo la quantità, ma il periodo in cui si concentrano le piogge, generando in questo modo siccità o disastri idrogeologici.
L’appuntamento iniziale di martedì 1° ottobre è stata la visita alla Chiesa Madre di San Nicola guidati da Mimmo Tamborrino, archeologo e direttore del MAAAC, Museo Arte Archeologica Arte Contemporanea di Cisternino, che dall’edificio superiore ci ha condotti nei sotterranei con i resti dell’antica chiesa risalente al X secolo. Il percorso si snoda tra ciò che rimane di muri affrescati e tombe ricavate nella roccia su cui, tra il XIV e il XV secolo, venne costruita l’attuale San Nicola. Un minuscolo ambiente con pilastri si presume fungesse da paradisus, ovvero luogo di sosta per i defunti prima della loro sepoltura: infatti nel pavimento roccioso sono state rinvenute le fosse sepolcrali ricolme di ossa. Nel Museo è presente una collezione di oggetti e arredi sacri, oltre a una piccola galleria con statue di santi in pietra, legno e cartapesta.
Alle ore 11, dopo il video saluto di S. Em. il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha preso avvio come da programma l’incontro spirituale: “La relazione di comunità come stile di vita: un’eredità del passato, una prospettiva di avvenire”, coordinato da Antonio Bettanini, Direttore di “In cammino – Abbazie d’Europa”.
All’incontro erano presenti due classi del Liceo polivalente “Don Quirico Punzi” di Cisternino, accompagnate dalle loro professoresse.
Il primo intervento è stato del giornalista Massimo Sebastiani, responsabile di ANSA.it e ideatore della rubrica “La parola della settimana”.
“Ci addentreremo dentro la cavità, nel cuore delle parole, che possono assumere solitamente più significati – ha esordito Sebastiani. – E spesso assistiamo ad un loro irrigidimento. Un esempio in tal senso è ‘crisi’, il cui significato originario era ‘scelgo’. Questo vale anche per ‘comunità’, termine che abbiamo sentito ripetere e usare spesso nei drammatici giorni della pandemia da coronavirus. Le parole hanno spesso un comportamento carsico, vanno nel sottosuolo e a un certo punto riemergono. Così per ‘comunità’: negli anni ’60 c’erano le Edizioni di Comunità legate ad Adriano Olivetti, o le comunità hippy, come la città libera di Christania a Copenaghen. Poi la parola pare essersi persa, per riemergere nei giorni del Covid… Il termine deriva dal latino “cum”, con; e “munus”, che significa sia obbligo che dono: due significati ovviamente differenti e contrapposti”.
Bastiani cita Pep Guardiola, allenatore del Barcellona, che di fronte alla domanda di un giornalista sul perché la squadra non schierasse dei centravanti, rispose: “Il nostro centravanti è lo spazio”. Quale migliore definizione di questa “dell’essere una comunità”?…
A seguire l’intervento di Don Giancarlo Carbonara, Parroco della Chiesa Madre di San Nicola, che ha portato il saluto di S. E. Monsignor Giuseppe Favale, Vescovo di Conversano-Monopoli.
Don Giancarlo ha elencato i quattro aspetti fondamentali per ogni comunità di fede: “Innanzi tutto il mettersi in ascolto della parola di Dio. Poi la fraternità, visto che le prime comunità cristiane mettevano ogni cosa in comune, privilegiando l’aspetto di sinodalità, del camminare insieme senza lasciare indietro nessuno, perché tutti sono ugualmente importanti nella comunità. Terzo, la preghiera, che è l’anima dell’individuo e della collettività. Quarto, il mettersi al servizio gli uni degli altri, avendo come esempio la ‘lavanda dei piedi’ compiuta da nostro Signore. E questo significa, per me, stare da prete e da uomo in mezzo alla gente”.
È toccato infine a Rupchand, al secolo Roberto Corsi, portare la propria testimonianza all’incontro. Devoto di Babaij e appartenente all’Ashram Bhole Baba, situato poco distante da Cisternino, in Contrada Portarino, Roberto ha iniziato citando Lisetta Carmi (Genova 1924 – Cisternino 2022), fotografa famosa per i reportage di impegno sociale e fondatrice alla fine degli anni ’70 del Bhole Baba, primo Ashram in Occidente.
“Il mio è stato un percorso di ricerca non voluto – ha affermato. – Nel 1980 mi dedicavo allo yoga, una pratica quindi essenzialmente fisica e di tecnica del respiro. Nell’84 andai in India e là incontrai Babaij. Ma fu durante il mio secondo viaggio in India che scoprii che a Cisternino esisteva un Ashram, perciò dall’85 fino al ‘90 feci avanti e indietro da Alessandria, dove vivevo, al Bhole Baba, finché non decisi di rimanere. Ho sposato una Cistranese e vivo qui da 35 anni. Nell’Ashram si serve, si dà aiuto alle persone. Tutti gli uomini sono esseri divini, siamo infatti come singole gocce d’acqua che conservano l’impronta divina e andremo un giorno a formare un oceano. Ho imparato che lo yoga è uno stato di coscienza che unisce il sé individuale al sé collettivo. E per sviluppare la nostra essenza divina occorre il silenzio e la contemplazione. E ho anche imparato che esiste una sola e unica religione: l’umanità, la coscienza dell’umanità”.
“Questi interventi ci hanno dato la lezione più importante – ha concluso la Presidente Pomodoro, – vale a dire che è il dialogo a dare un senso alla comunità. Esistono molte strade ma un’unica direzione: l’umanità. E ai giovani qui presenti, dico: parlatevi, parlate tra di voi, condividete le vostre idee e dialogate con tutti, cercando di capire le ragioni dell’altro, perché non esiste la verità assoluta. L’umanità è la strada comune da percorrere tutti insieme, nessuno escluso”.
Alle ore 16, ha preso il via il convegno: “L’idea di comunità come motore della sostenibilità. Le imprese e la sfida del cambiamento”, presieduto da Livia Pomodoro – titolare della Cattedra Unesco “Food Systems for Sustainable Development and Social Inclusion” presso l’Università Statale di Milano – e con la coordinazione di Antonio Bettanini.
Presenti al convegno, oltre al Sindaco di Cisternino Lorenzo Perrini, che ha portato il suo saluto e quello della cittadinanza, Annalisa Canzio – Assessore alla cultura, pubblica istruzione, asili nido e legalità – e altri rappresentanti dell’amministrazione. Tra il pubblico anche una rappresentanza di imprenditori e manager.
Ha aperto i lavori Claudio Serafini, Direttore di Organic Cities Network Europe.
“La nostra Rete – ha ricordato Serafini, – è stata fondata nel 2018 a Parigi, alla presenza anche della Presidente Pomodoro, e ne fanno parte sia grandi città come appunto Parigi, Vienna, Norimberga, che piccole comunità come Seeham in Austria o Loro Ciuffenna in Toscana. Una delle caratteristiche della Rete è proprio quella di mettere insieme i territori delle comunità rurali e locali con le grandi realtà metropolitane e globali. La presidenza della Rete dura due anni e la prima è toccata a Norimberga, città che organizza un’importante fiera del biologico. Poi è passata a Vienna, attualmente la città che detiene la presidenza è Brema e la prossima sarà Parigi… Io sono toscano, ma devo dire che mi trovo in una regione bellissima, in particolare qui, in queste comunità e in questi luoghi che trovo davvero affascinanti per storia, cultura e natura…”.
Ha preso la parola la Presidente Pomodoro, che ha rimarcato come: “Dobbiamo partire proprio da realtà come Cisternino, per costruire una relazione di comunità che sia anche uno stile di vita. Abbiamo visto i campi e i magnifici oliveti, il sito archeologico conservato sotto di noi, sotto la Chiesa Madre di San Nicola. Un passato che ci deve insegnare e ci può insegnare molto. Soprattutto che la nostra prospettiva di avvenire, il nostro futuro non possiamo costruirlo da soli, ma dovremo decidere di farlo tutti insieme… Cisternino rappresenta per noi e per l’Europa intera una novità, una visione nuova di incontro e di comunità”.
È seguito l’intervento di Pier Filippo Giuggioli, Cattedra Unesco all’Università Statale di Milano.
“L’Europa – ha affermato il professor Giuggioli – deve garantire un cibo sicuro, sano e sicuro: è questo il primo punto della normativa agroalimentare europea. Quando il consumatore fa una scelta, questa deve essere ponderata e consapevole. Perciò occorre un’informazione a favore dei consumatori. Questi in genere sono ben preparati a comparare i prezzi, non lo sono però nel valutare il contenuto effettivo di uno specifico prodotto. Ed ecco qual è allora la soluzione del legislatore: fornire informazioni semplici e identiche per tutti i prodotti e i servizi che sono assimilabili, in tal modo da permettere all’acquirente di orientarsi senza possibilità di errori o fraintendimenti… Dopo il Green Deal, il legislatore europeo si rende conto che non è più sufficiente informare solo sul dato alimentare ma, ciò che è più difficile, anche della sostenibilità di un dato prodotto, delle filiere che lo generano e lo immettono sul mercato… Ci si rende conto perciò che occorre passare da una visione essenzialmente egoistica ad una di solidarietà e di sostegno della collettività e del bene comune”.
È intervenuto, in collegamento telefonico, il Vice Ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ha parlato della prospettiva politica e dell’azione programmatica del Governo rispetto alle imprese e alla transizione verso la sostenibilità, un argomento che diventa sempre più centrale nell’agenda politica.
La parola è passata a Giovanni Barbara, avvocato e docente dell’Università “LUM-Giuseppe Degennaro” di Bari.
“Vedo la comunità come il motore della sostenibilità, la quale è sia un fatto culturale che una vera e propria metamorfosi non superficiale ma profonda. Il primo passo, il più importante, è informare e formare. Oggi si legge e ci si informa anche riguardo agli obiettivi dello sviluppo sostenibile, l’SDG dell’ONU, ma bisogna continuare costantemente a farlo. Abbiamo due fronti: l’ambiente e la governance. Quest’ultima è in mano alle aziende che, se non avranno la volontà di affrontare un percorso ambientale e sociale di rinnovamento, questo verrà chiaramente meno. Chi ha in mano il potere decisionale deve sposare il concetto di sostenibilità. Perciò il cambiamento culturale diventa la questione primaria”.
La Presidente Pomodoro, nelle sue conclusioni, ha ringraziato i relatori e il numeroso pubblico che ha seguito con interesse il convegno, il quale “ha rivelato l’importanza fondamentale dell’anima e dell’identità comunitaria, che portiamo dentro di noi”.
Il concerto dell’Orchestra di Fiati “Vitino Zizzi” di Cisternino, presieduta da Claudio Siliberti e diretta dal Maestro Donato Semeraro, ha concluso gioiosamente la nostra quattordicesima tappa.
L’Orchestra, nata nel 1994 “con l’obiettivo primario di divulgare tra i giovani la passione per la musica”, ha iniziato la sua performance dinanzi alla Chiesa Madre, per poi portarsi in Piazza Vittorio Emanuele. Dove, accompagnati dagli applausi del pubblico che riempiva la piazza, i ragazzi hanno eseguito brani classici, colonne sonore di Ennio Morricone e composizioni realizzate dallo stesso Maestro Semeraro. Un’esibizione sentita e suggestiva, che ha coinvolto l’intera comunità!
L’appuntamento del 1° ottobre in Puglia affronterà il tema:
“La relazione di comunità come stile di vita: un’eredità del passato, una prospettiva di avvenire” con, al mattino, il consueto incontro spirituale, nel pomeriggio il convegno dedicato all’impresa e al mondo produttivo che vede la partecipazione, tra gli altri, del Vice Ministro Sisto e, infine, il concerto dell’Orchestra di Fiati “Vitino Zizzi”
“Giubileo 2025 – In cammino – Abbazie d’Europa” farà tappa il 1° ottobre a Cisternino, in provincia di Brindisi, nell’Ex Abbazia basiliana e ora Chiesa Madre di San Nicola di Pàtara. La parola scelta per questo quattordicesimo appuntamento è: “Comunità”.
Cisternino rientra nella lista dei borghi più belli d’Italia e, dal belvedere dei giardini della Villa Comunale, non distante dalla Chiesa Madre, si apre il panorama mozzafiato sui vigneti, gli oliveti, le masserie e i caratteristici trulli della Valle d’Itria, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Edificata in epoca normanna e rimaneggiata nei secoli successivi, la Chiesa di San Nicola di Pàtara sorge nello stesso luogo in cui, in epoca medievale, i monaci basiliani avevano eretto un’importante Abbazia, punto di confluenza e di scambio culturale tra Oriente e Occidente. Sotto l’edificio, si possono visitare i resti archeologici dell’antica Chiesa con l’abside centrale semicircolare e un’unica navata.
Cisternino è anche nota per i “fornelli”, osterie in cui si cucina a ogni ora specialità tipiche di carne, mantenendo viva una tradizione di ospitalità che risale da lontano e che affonda le proprie radici nella storia di questa comunità.
Nella Chiesa Madre di San Nicola, martedì 1° ottobrealle ore 11 dopo il video saluto di S. Em. il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, partirà la nostra quattordicesima tappa con l’incontro spirituale: “La relazione di comunità come stile di vita: un’eredità del passato, una prospettiva di avvenire”, che vedrà l’intervento del giornalista Massimo Sebastiani, responsabile di ANSA.it e ideatore della rubrica “La parola della settimana”. A seguire Don Giancarlo Carbonara, Parroco della Chiesa Madre. Porterà la sua testimonianza all’incontro anche Rupchand, al secolo Roberto Corsi, devoto di Babaji: infatti a poca distanza da Cisternino, in Contrada Portarino, è presente dal 1979 l’Ashram Bhole Baba.
Alle ore 16, prenderà il via il convegno: “L’idea di comunità come motore della sostenibilità. Le imprese e la sfida del cambiamento”, presieduto da Livia Pomodoro – titolare della Cattedra Unesco “Food Systems for Sustainable Development and Social Inclusion” presso l’Università Statale di Milano – e coordinato da Antonio Bettanini, Direttore di “In cammino – Abbazie d’Europa”.
Presente tra il pubblico anche una rappresentanza di imprenditori e manager pugliesi.
Considerato che Cisternino ospita il Festival Internazionale Bande Musicali “Valle d’Itria”, un’importante rassegna giunta quest’anno alla sua 26aedizione, il concerto conclusivo alle ore 18 non poteva che essere affidato alla locale Orchestra di Fiati “Vitino Zizzi”, che si esibirà in piazza Vittorio Emanuele, dinanzi al magnifico scenario della Valle d’Itria.
La tappa a Cisternino è anche l’occasione per visitare –oltre a diverse realtà economiche e imprenditoriali della zona – il Museo del Clima, il quale non è solo un contenitore di oggetti e strumenti di rilevamento meteorologico, ma una fonte essenziale di informazioni sulla diversità climatica mondiale e sulla sua evoluzionenegli anni.
“È per me sempre un piacere tornare in Puglia, la mia regione natale – ha sottolineato Livia Pomodoro, Presidente dello Spazio Teatro No’hma di Milano. – Che è stata e continua ad essere, come possiamo scorgere anche qui, nella Chiesa Madre di San Nicola a Cisternino, un ponte di comunicazione e di scambio primario tra le due sponde dell’Adriatico. Un luogo che non solo mantiene vive le proprie tradizioni, come ad esempio i fornelli, ma che sa guardare, con le sue imprese e le sue iniziative sociali e culturali, alle problematiche del presente come chiave per interpretare e affrontare i cambiamenti del futuro”.
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